Ripubblichiamo oggi una riflessione prodotta da 20ZLN sul rapporto tra l’autonomia zapatista e il progetto di “confederalismo democratico” curdo.
Dal sudest della Turchia, o dal nord della Siria, al sudest del Messico la distanza è molto meno ampia di quello che racconta la geografia dei chilometri e dei confini.
Da una parte l’esperienza dell’autonomia Zapatista, dall’altra il confederalismo democratico. Concetti diversi ma a tratti simili, reali pratiche di alternative al capitalismo e all’idea stessa di dominio nella società.
Che storie profondamente diverse maturino tratti simili forse è un caso, forse no. Rende ancora più evidente come i movimenti sociali funzionino in un dato tempo e in un dato spazio. Diventano vincenti quando sanno affrontare allo stesso tempo complessità locali e globali. La coazione a ripetere non è funzionale: le esperienze non si possono clonare, trasportare o replicare. Possono essere però un buon esempio.
Nel tracciato delle linee di contatto e di distanza la prima similitudine macroscopica è quella dell’ideologia e della sua trasformazione radicale.
PKK ed EZLN nascono entrambi nel solco della tradizione marxista-leninista. Quando l’esercito Zapatista è entrato nella storia delle rivoluzioni e del pianeta aveva già masticato e digerito il superamento della tradizione guerrigliera latinoamericana, trovando una formula eterodossa capace di tenere assieme la cosmogonia indigena, il ’68 messicano, lo Zapatismo storico della rivoluzione del 1910 e l’idea tradizionale di guerriglia.
Prosegue a questo indirizzo