Tornare dalle regioni ribelli del Bakur (Kurdistan settentrionale, territorio turco) alle pacificate metropoli occidentali non è facile. Tuttavia, nei nostri quotidiani percorsi di attivismo, alla ricerca di possibili crepe da aprire in questi territori in crisi, stiamo cercando di mettere insieme tutti i pezzi raccolti nel nostro viaggio: dai preziosi incontri con militanti politici ai racconti degli abitanti che vivono quotidianamente la brutalità dello Stato turco, dalle lacrime per i caduti di Ankara e dei coprifuoco alla rabbia delle manifestazioni che hanno attraversato le città curde in quei giorni. Ricostruire il tassello della propria esperienza nel più ampio quadro del Medio Oriente attraversato da guerre e rivoluzioni, fino poi a cercare i collegamenti possibili con i nostri lontani (sebbene non più come un tempo) contesti politici e geografici.
Ci siamo già messi a lavoro: anzitutto, dopo i primi fondi raccolti prima della partenza e consegnati a Suruç ad un rappresentante del Coordinamento Rojava, abbiamo aperto la seconda fase di crowdfounding per la realizzazione del documentario e del libro, che completeremo dopo il secondo viaggio nel 2016. In secondo luogo, sono numerosi gli spazi e le realtà che ci hanno invitato a condividere esperienze e testimonianze raccolte direttamente sul campo: il calendario è già fitto e lo potete trovare direttamente sul blog o alla pagina facebook di Rojava Resiste. Si parte il prossimo giovedì 5 novembre in quel di Piano Terra, nel quartiere Isola di Milano, dove avremo come ospite anche Luigi D’Alife con il suo documentario “Il massacro di Cizre” appena uscito; parallelamente stiamo rielaborando i materiali raccolti durante il viaggio per realizzare un breve ebook ed una mostra fotografica, delle premesse che aiutino a fare il punto di questa prima esperienza sul campo e rilancino la seconda parte del progetto. Mentre il 21 saremo in viale Monza 255, ospiti della FAI di Milano. Qui le successive!
Terremo comunque aggiornato il blog per fornire un ulteriore strumento di controinformazione su quanto sta avvenendo tra il Bakur e il Rojava, tra la guerra sporca di Erdogan, gli interventi militari delle potenze straniere e l’ostinata rivoluzione politica che i curdi e i popoli che si sono uniti al progetto del confederalismo democratico stanno portando avanti nonostante tutto.
Cuori e mani.