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Tra campi profughi e frontiere.

Lasciandoci alle spalle il nucleo urbano di Amed, la vista che ci si propone è davvero singolare: da una parte la città antica e il ponte vecchio col loro carico di storia; dall’altra lo scempio lungo le periferie dei paesi e villaggi che si susseguono lungo la statale per Cizira. Il nostro tragitto si affaccia su un imponente processo di speculazione edilizia: ecomostri edificati sulle colline, palazzi mai conclusi a bordo strada, cave che cancellano montagne e discariche a cielo aperto. Una chiara linea di devastazione ambientale e territoriale del governo turco, che non ha riguardo per la natura e la storia di una civiltà sorta migliaia di anni fa.

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Con il contatto che ci accompagnerà nei prossimi giorni, ci spostiamo di pochi chilometri dalla città,