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Due podcast per riannodare il filo dell’informazione

Di ritorno dalla prima parte del viaggio ci siamo presi qualche giorno di tempo per incontrarci, mettere in campo i primi incontri di restituzione, cominciare a lavorare sul materiale raccolto.

In attesa di aggiornarvi a breve con le prime iniziative, vi segnaliamo due contributi audio di sicuro interesse:

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Ultimo giorno di viaggio: finisce il coprifuoco, non la resistenza

La notizia della fine del coprifuoco inizia a girare in città dal tardo pomeriggio, quando da Dag kapi (la piazza dove è stata uccisa la ragazzina di 9 anni) è partito un corteo spontaneo degli abitanti finalmente liberi di uscire dalle proprie case. In serata, invece, circolano le prime foto dei danni subìti dalla città vecchia.
Questa mattina le barriere della polizia che limitavano l’accesso dalla “Porta della montagna” al quartiere Sur sono completamente rimosse e nelle zone fino a ieri bloccate riprende la vita: una gran folla attraversa il bazar nuovamente attivo, i caffè sono di nuovo popolati di persone, le piccole botteghe degli artigiani riaprono. I toma e i blindati della polizia continuano a pattugliare le strade.

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Muri incompiuti e muri abbattuti

Scoprire arte e cultura di un popolo che da decenni resiste, per trovare un modo per costruire insoliti incontri con la nostra.
Era uno degli obiettivi con cui abbiamo costruito il progetto. La situazione critica degli ultimi giorbi qui a Diyarbakir, peró ha impedito di completare il lavoro. Il centro culturale Dicle-Firat (Tigri ed Eufrate) situato nella città vecchia, è da giorni in raggiungibile.

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Il coprifuoco imposto dal governo turco ferma la vita di una parte di città. Anche la vita culturale e artistica, quanto meno nella sua materialità.

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Il popolo di Amed non dorme e difende la città vecchia

L’aria che si respira al risveglio nella città di Amed (Diyarbakir), al secondo giorno di coprifuoco, è davvero pesante. Negozi e scuole chiuse ricordano l’inizio dello sciopero generale di 48 ore convocato dallo stesso cartello di sigle sindacali promotore della marcia di Ankara colpita dalle due esplosioni. I corpi speciali della polizia circondano le varie zone della città sottoposte a coprifuoco.

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All’interno delle aree assediate vengono utilizzate mezzi e armi pesanti. I cecchini sui tetti dei palazzi coprono da una posizione strategicamente favorevole le operazioni condotte al livello delle strade, dove si procede con bombe a mano fatte deflagrare nelle abitazioni per stanare chi vi è asserragliato.