Tra campi profughi e frontiere.

Lasciandoci alle spalle il nucleo urbano di Amed, la vista che ci si propone è davvero singolare: da una parte la città antica e il ponte vecchio col loro carico di storia; dall’altra lo scempio lungo le periferie dei paesi e villaggi che si susseguono lungo la statale per Cizira. Il nostro tragitto si affaccia su un imponente processo di speculazione edilizia: ecomostri edificati sulle colline, palazzi mai conclusi a bordo strada, cave che cancellano montagne e discariche a cielo aperto. Una chiara linea di devastazione ambientale e territoriale del governo turco, che non ha riguardo per la natura e la storia di una civiltà sorta migliaia di anni fa.

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Con il contatto che ci accompagnerà nei prossimi giorni, ci spostiamo di pochi chilometri dalla città, Continua la lettura di Tra campi profughi e frontiere.

Cantastorie di resistenza

Un aspetto centrale del più ampio progetto di trasformazione che oggi definiamo Confederalismo democratico è rappresentato dalla resistenza culturale. Per i curdi la parola “cultura” non indica solamente la tradizione in senso stretto ma comprende la varietà artistica, espressiva e di modi di vita dei popoli dell’area che ancora oggi chiamano Mesopotamia; in secondo luogo, non rappresenta un’attività neutra e slegata dal contesto storico.
Fin dalla sua nascita, lo Stato turco ha avuto come pilastro l’assimilazione forzata delle minoranze etniche, tentando di controllarne la lingua e le usanze, fino al loro sradicamento. Tutti i popoli che si sono trovati forzatamente a vivere in Turchia, dal 1923 hanno subìto la violenza culturale e militare del nazionalismo di Stato.

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In particolare, grazie alla tradizione musicale dei Deng Bej, ossia i cantastorie, Continua la lettura di Cantastorie di resistenza

Sur, dentro le mura di Amed

Il popolo curdo, nei decenni di resistenza alla dominazione turca, ha dovuto reinventare più volte la propria organizzazione per far fronte ad una repressione feroce e capillare: in questo senso, quando parliamo dei centri culturali delle municipalità, non intendiamo solo un luogo ricreativo ma anche di aggregazione e incontro.

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Il Dicle Firat (Tigri Eufrate) di Amed (l’antico nome curdo con cui ancora oggi la popolazione chiama Diyarbakir) è un luogo dove è possibile bere una o più tazze di chai e caffé curdo, ascoltare musica locale, entrare in contatto con le politiche culturali della comunità ma anche sentirsi liberi di discutere dei conflitti che attraversano la regione. Dal Dicle Firat passano esponenti delle municipalità curde, delle associazioni culturali e attivisti di diverse organizzazioni.

Il centro culturale è situato nel distretto di Sur, storica roccaforte della resistenza curda, un tempo divisa dal resto della città da un’imponente e antichissima cinta muraria. Solo negli anni ’40 del Novecento, le mura furono parzialmente abbattute per controllare il quartiere e potervi accedere con mezzi militari . Negli ultimi due mesi, con la ripresa dell’aggressione turca, la zona è ritornata teatro di continui scontri tra la popolazione e le forze di sicurezza di Ankara. In particolare il quartiere di Hasirli (circa 100.000 abitanti) è stato dichiarato territorio liberato, secondo i principi del Confederalismo Democratico, diventando di fatto inaccessibile ad esercito e polizia, che periodicamente tentano di penetrare con l’utilizzo di armi e mezzi pesanti, colpendo in maniera indiscriminata la popolazione civile, in particolare i bambini.

Proprio per questi motivi nelle ultime settimane più volte l’autorità centrale ha imposto il coprifuoco all’intera zona di Sur, impedendo gli spostamenti,  bloccando le utenze (acqua e elettricità) e rendendo sostanzialmente impossibili le comunicazioni.

Dopo una notte di riposo forzato, domani il nostro Rouge inizierà la realizzazione di un murales al centro Dicle Firat in collaborazione con un’artista locale, e, in contemporanea, effettueremo una serie di incontri e interviste con gli esponenti del centro, i cantastorie tradizionali Deng Bej, ed esponenti del Mesopotamia Ecology Movement.

Stay tuned!

Rojava Resiste, Amed, 6 ottobre sera

cuori e mani per il kurdistan