Domenica 1 novembre la Turchia va nuovamente al voto, dopo le elezioni del 7 giugno scorso. Da allora, la situazione è evoluta rapidamente: l’estensione della lotta per l’autonomia democratica nelle regioni curde orientali e il parallelo intensificarsi della guerra sporca condotta dall’Akp contro popolo curdo ed opposizioni; le stragi del 20 luglio a Suruç e del 10 ottobre ad Ankara; la stretta repressiva sulla libertà di stampa; i successi politici e militari dell’Amministrazione autonoma in Rojava e il complicarsi del conflitto in Siria, con nuovi interventi turchi contro Kobane e Gire Spi (Tel-Abyad).
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Di ritorno dalla prima parte del viaggio ci siamo presi qualche giorno di tempo per incontrarci, mettere in campo i primi incontri di restituzione, cominciare a lavorare sul materiale raccolto.
In attesa di aggiornarvi a breve con le prime iniziative, vi segnaliamo due contributi audio di sicuro interesse:
L’aria che si respira al risveglio nella città di Amed (Diyarbakir), al secondo giorno di coprifuoco, è davvero pesante. Negozi e scuole chiuse ricordano l’inizio dello sciopero generale di 48 ore convocato dallo stesso cartello di sigle sindacali promotore della marcia di Ankara colpita dalle due esplosioni. I corpi speciali della polizia circondano le varie zone della città sottoposte a coprifuoco.
All’interno delle aree assediate vengono utilizzate mezzi e armi pesanti. I cecchini sui tetti dei palazzi coprono da una posizione strategicamente favorevole le operazioni condotte al livello delle strade, dove si procede con bombe a mano fatte deflagrare nelle abitazioni per stanare chi vi è asserragliato.
Lontano dalle sponde del Tigri e dell’Eufrate, il paesaggio rurale del Bakur (kurdistan settentrionale) regala centinaia di chilometri di aridità, interrotti da grandi città, o, assai più raramente, da piccoli paesi arroccati sulle sponde di montagne che sembrano circondare e difendere la pianura. Una campagna punteggiata da greggi di pecore e capre, campi di cotone e sparute costruzioni murarie.
La strada che separa Urfa da Amed non è diversa. La percorriamo dopo aver incontrato i co-presidenti dell’Hdp di Urfa.