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Turchia al voto: tutte le corrispondenze

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Domenica 1 novembre la Turchia va nuovamente al voto, dopo le elezioni del 7 giugno scorso. Da allora, la situazione è evoluta rapidamente: l’estensione della lotta per l’autonomia democratica nelle regioni curde orientali e il parallelo intensificarsi della guerra sporca condotta dall’Akp contro popolo curdo ed opposizioni; le stragi del 20 luglio a Suruç e del 10 ottobre ad Ankara; la stretta repressiva sulla libertà di stampa; i successi politici e militari dell’Amministrazione autonoma in Rojava e il complicarsi del conflitto in Siria, con nuovi interventi turchi contro Kobane e Gire Spi (Tel-Abyad).

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Ultimo giorno di viaggio: finisce il coprifuoco, non la resistenza

La notizia della fine del coprifuoco inizia a girare in città dal tardo pomeriggio, quando da Dag kapi (la piazza dove è stata uccisa la ragazzina di 9 anni) è partito un corteo spontaneo degli abitanti finalmente liberi di uscire dalle proprie case. In serata, invece, circolano le prime foto dei danni subìti dalla città vecchia.
Questa mattina le barriere della polizia che limitavano l’accesso dalla “Porta della montagna” al quartiere Sur sono completamente rimosse e nelle zone fino a ieri bloccate riprende la vita: una gran folla attraversa il bazar nuovamente attivo, i caffè sono di nuovo popolati di persone, le piccole botteghe degli artigiani riaprono. I toma e i blindati della polizia continuano a pattugliare le strade.

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Il popolo di Amed non dorme e difende la città vecchia

L’aria che si respira al risveglio nella città di Amed (Diyarbakir), al secondo giorno di coprifuoco, è davvero pesante. Negozi e scuole chiuse ricordano l’inizio dello sciopero generale di 48 ore convocato dallo stesso cartello di sigle sindacali promotore della marcia di Ankara colpita dalle due esplosioni. I corpi speciali della polizia circondano le varie zone della città sottoposte a coprifuoco.

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All’interno delle aree assediate vengono utilizzate mezzi e armi pesanti. I cecchini sui tetti dei palazzi coprono da una posizione strategicamente favorevole le operazioni condotte al livello delle strade, dove si procede con bombe a mano fatte deflagrare nelle abitazioni per stanare chi vi è asserragliato.

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Sur, dentro le mura di Amed

Il popolo curdo, nei decenni di resistenza alla dominazione turca, ha dovuto reinventare più volte la propria organizzazione per far fronte ad una repressione feroce e capillare: in questo senso, quando parliamo dei centri culturali delle municipalità, non intendiamo solo un luogo ricreativo ma anche di aggregazione e incontro.

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Il Dicle Firat (Tigri Eufrate) di Amed (l’antico nome curdo con cui ancora oggi la popolazione chiama Diyarbakir) è un luogo dove è possibile bere una o più tazze di chai e caffé curdo, ascoltare musica locale, entrare in contatto con le politiche culturali della comunità ma anche sentirsi liberi di discutere dei conflitti che attraversano la regione. Dal Dicle Firat passano esponenti delle municipalità curde, delle associazioni culturali e attivisti di diverse organizzazioni.

Il centro culturale è situato nel distretto di Sur, storica roccaforte della resistenza curda, un tempo divisa dal resto della città da un’imponente e antichissima cinta muraria. Solo negli anni ’40 del Novecento, le mura furono parzialmente abbattute per controllare il quartiere e potervi accedere con mezzi militari . Negli ultimi due mesi, con la ripresa dell’aggressione turca, la zona è ritornata teatro di continui scontri tra la popolazione e le forze di sicurezza di Ankara. In particolare il quartiere di Hasirli (circa 100.000 abitanti) è stato dichiarato territorio liberato, secondo i principi del Confederalismo Democratico, diventando di fatto inaccessibile ad esercito e polizia, che periodicamente tentano di penetrare con l’utilizzo di armi e mezzi pesanti, colpendo in maniera indiscriminata la popolazione civile, in particolare i bambini.

Proprio per questi motivi nelle ultime settimane più volte l’autorità centrale ha imposto il coprifuoco all’intera zona di Sur, impedendo gli spostamenti,  bloccando le utenze (acqua e elettricità) e rendendo sostanzialmente impossibili le comunicazioni.

Dopo una notte di riposo forzato, domani il nostro Rouge inizierà la realizzazione di un murales al centro Dicle Firat in collaborazione con un’artista locale, e, in contemporanea, effettueremo una serie di incontri e interviste con gli esponenti del centro, i cantastorie tradizionali Deng Bej, ed esponenti del Mesopotamia Ecology Movement.

Stay tuned!

Rojava Resiste, Amed, 6 ottobre sera